martedì 28 agosto 2012

Goodbye Roger...


Una cattiva notizia per tutti gli appassionati di negoziazione e di mediazione: sabato 25 agosto si è spento, all’età di 90 anni, Roger Fisher, certamente un faro che ha “illuminato” la via di molti che, anche grazie alla lettura delle sue opere, si sono avvicinati alla gestione costruttiva dei conflitti.

Co-autore (insieme a William Ury) del celeberrimo Getting to yes (1981), tradotto in ben 36 lingue (in italiano con il titolo L’arte del negoziato) e venduto in milioni di copie in tutto il mondo, dopo aver combattuto nella II Guerra Mondiale, ha lavorato a Parigi nell’ambito dello staff del Piano Marshall. In seguito, dopo aver ottenuto la laurea in Giurisprudenza e esercitato la professione di avvocato, nel 1958 è entrato ad Harvard, fondando, dopo circa 20 anni, l’Harvard Negotiation Project.

La sua biografia narra che abbia iniziato i suoi studi sul conflitto partendo dalla domanda “In una controversia, quale consiglio si potrebbe dare alle parti, che sia utile e possa portare a risultati migliori?” che ha sottoposto a tanti riconosciuti negoziatori, in modo da comprendere cosa li rendeva efficaci. I risultati del suo lavoro sono stati riportati all’interno di International mediation: a working guide (1978) che, attraverso successive elaborazioni, è diventata la sua opera più conosciuta con il titolo, appunto, Getting to yes.

Nel corso degli anni ’80 e ’90 Fisher e i suoi colleghi di Harvard hanno tenuto centinaia di corsi sulla negoziazione e la gestione del conflitti in tutto il mondo, inclusi argomenti specifici, come processi di pace, situazioni di crisi, negoziazioni diplomatiche, nell’ambito commerciale e legale, ecc. Fisher era convinto che, nello studio della gestione dei conflitti, il “contatto con la realtà” (e quindi l’esperienza) fosse fondamentale per “estrapolare” principi e teorie che fossero utili per la gestione “pratica” delle controversie.

Fisher ha continuato la sua attività di ricerca anche negli anni a seguire (ha insegnato a Harvard fino al 1992), cercando di approfondire il suo pensiero, dando alla luce altre opere lette da milioni di esperti e tecnici in tutto il mondo: ad es. Getting Together, scritto con Scott Brown (sulla gestione costruttiva delle controversie), Getting ready to negotiate, scritto con Danny Ertel (sulla preparazione alla negoziazione), Beyond Machiavelli, scritto con Elizabeth Kopelman e Andrea Kupfer Schneider (sugli strumenti per gestire i conflitti nelle situazioni più difficili), Getting It Done: How to Lead When You're Not in Charge, scritto con Alan Sharp e John Richardson (sull’organizzazione dei gruppi in vista di un efficace problem-solving) e Beyond Reason, scritto con Daniel Shapiro (sul ruolo delle emozioni nelle relazioni interpersonali nei luoghi di lavoro).

Inoltre, ha fornito la sua consulenza anche nella gestione di controversie, a tutti i livelli. La più importante resta probabilmente la partecipazione nello staff del Presidente americano Jimmy Carter durante i negoziati che hanno portato all’accordo di Camp David (1978). Ma è intervenuto anche in occasione della crisi degli ostaggi dell’ambasciata di Teheran, durante la guerra civile in El Salvador, durante la crisi dell’ambasciata di Lima nel 1997, in occasione del summit del 1985 tra il presidente americano Ronald Reagan e il leader sovietico Michail Gorbacev e durante il processo di transizione post-apartheid in Sudafrica.

Chiudo con due citazioni, che mi piacciono moltissimo. La prima è una frase che usava durante le sue lezioni “La pace non è un pezzo di carta, ma un modo per gestire il conflitto quando emerge”. La seconda è di John  Kenneth Galbraith, in occasione dell’80° compleanno di Fisher: “Ogni volta che ho pensato ‘Qualcuno dovrebbe fare qualcosa riguardo a questo”, mi ha aiutato sapere che Roger ci stava già lavorando…”.

Riposa in pace Roger... noi, umili appassionati di negoziazione di tutto il mondo, speriamo di essere degni dei tuoi preziosi insegnamenti…

Stefano

Nessun commento:

Posta un commento