mercoledì 15 gennaio 2014

L'"umiltà" del formatore (e del mediatore?)

Dal libro che sto leggendo in questi giorni (PNL per comunicare in pubblico, di Tad James e Davis Shephard, Alessio Roberti ed., Urgnano (BG), 2001, p. 334) riprendo un passaggio molto importante sulla opportunità che il formatore abbia una certa “umiltà”, intesa come disponibilità a mettersi gioco sempre nel corso della sua attività in aula, a contatto con i partecipanti (e perché no, anche del mediatore prima di iniziare un procedimento...).


Infatti, come sottolineano gli autori, «da quando facciamo corsi di formazione […] abbiamo scoperto che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Siamo debitori verso i nostri studenti, che nel corso del tempo ci hanno insegnato tantissime cose di immenso valore. In molte discipline, raggiungere alti livelli significa, in un certo senso, dover essere sempre capaci di ricominciare e assumere ogni volta l’atteggiamento del principiante».

D’altra parte - come ho scritto in un mio articolo pubblicato su Mediares (Il ruolo del formatore nella mediazione civile e commerciale, n.20/2013, p. 87)- «se un grande negoziatore come Richard Holbrooke, prima di sedersi al tavolo delle trattative, era solito dire al suo staff, “Bene, cosa abbiamo voglia di imparare oggi?” e se un mio collega formatore di Roma, un brillante “giovane” di oltre 70 anni, con alle spalle decenni di formazione nel settore assicurativo e finanziario, è solito ripetere che “in fin dei conti in aula un formatore ha modo di ricevere dai partecipanti più di quanto riesca a dare loro, perché i partecipanti hanno davanti a loro solo il formatore, mentre quest’ultimo ha davanti a sé tante persone”, forse significa che l’approccio volto al miglioramento continuo […] è una leve più importanti che anima la “passione” di chiunque si occupi di mediazione e/o di formazione. Affrontare ogni aula così come ogni procedimento di mediazione con la voglia di mettersi in gioco e di “ripartire da zero” ogni volta, per imparare qualcosa di nuovo, ogni volta. Perché, come sottolineava anche [una famosa] citazione di Henry Ford […], “la cosa migliore da fare nella vita è mantenere la propria mente giovane ed aperta”».

Chissà, magari potrebbe essere utile pensarci, prima di entrare nella prossima aula… 

La foto è tratta dall'album su Flickr dell'amico Cesare Rossi (link).
ps Ho appena sentito alla radio che un noto allenatore, di una delle più importanti squadre di calcio italiane, mentre stava facendo un incontro con aspiranti colleghi, ha detto che non avrebbe potuto mostrare alcuni dei suoi schemi di gioco perché poi, una volta diventati allenatori, i corsisti sarebbero stato agevolati nell'affrontarlo... be', a naso direi che questo allenatore non si è dimostrato granché "umile"...

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